Il Cretto di Burri, tra arte e memoria

La Sicilia Occidentale è un luogo ricchissimo di arte, di storia e di cultura. Il pensiero va subito a città storiche come Palermo, Agrigento e Trapani, ai castelli medievali e alle chiese barocche. Eppure, la Sicilia Occidentale offre ancora di più. Qui si trova infatti la più grande opera di land-art italiana, il Cretto di Burri.

Il Cretto di Burri, tra arte e memoria:

 

Il terremoto del Belice e la ricostruzione

Il Cretto di Burri si trova a Gibellina Vecchia, un piccolo comune siciliano in provincia di Trapani, raso completamente al suolo dal terremoto del Belice, il 15 gennaio del 1968. L’evento è devastante per l’intera vallata: si contano 1.150 vittime e oltre 98.000 senza tetto, sei paesi completamente distrutti. Tanta devastazione aveva lasciato solo macerie. Si stabilisce di ricostruire completamente da nuovo la città di Gibellina a 20 km di distanza dal vecchio insediamento. Nasce così Nuova Gibellina. Il sindaco di allora, Ludovico Corrao, decide quindi di convocare artisti e architetti da tutta Italia per ripensare la città e dare una nuova vita a un territorio profondamente ferito. A questo appello risponderanno diversi artisti, tra cui Alberto Burri.

 

La realizzazione del Cretto di Burri

Camminando tra le macerie di Gibellina Vecchia, Alberto Burri ha l’intuizione di creare un grande cretto, che copra interamente la città distrutta. Le macerie non devono essere rimosse, ma compattate nel cemento. I lavori vengono avviati nel 1985 e si concludono nel 1989. Vengono ricoperti 60.000 metri quadri di terreno. Inizialmente ne erano previsti 80.000, ma l’opera è stata poi sospesa. Solo nel maggio del 2015, ovvero trent’anni dopo, il Cretto di Burri è stato portato a termine secondo le volontà dell’artista, scomparso nel 1995.

Il Cretto di Burri come luogo di arte e memoria

Il luogo del disastro si è trasformato in un luogo della memoria. Il bianco e il grigio del grande cretto contrastano con il verde della natura circostante. I vicoli bianchi che oggi sono percorribili sono gli stessi del paese distrutto. Oggi Gibellina Vecchia è un luogo molto suggestivo, che inspira artisti e richiama moltissimi visitatori in ogni stagione dell’anno. Qui si tengono annualmente le Orestiadi di Gibellina, un festival internazionale di arti performative, pittura, scultura e cinema. Il Cretto ha anche ispirato anche il cortometraggio della regista olandese Petra Noordkamp, realizzato su commissione del Museo Solomon R. Guggenheim di New York, dove tra il 2015 e il 2016 si è tenuta un’importante retrospettiva su Alberto Burri.
Il luogo è stato scelto per ambientare diversi set fotografici, film, serie televisive e video musicali, non da ultimo il video della canzone “Io non abito al mare” di Francesca Michielin.

Visitare il Cretto di Burri

Visitare il Cretto di Burri
Per raggiungere Gibellina Vecchia è necessario muoversi in automobile. Il luogo è infatti piuttosto isolato e impervio. Viaggiare in automobile permetterà di spostarsi agevolmente in tutta la Valle del Belice, visitando anche le città fantasma di Salaparuta e Poggioreale. Inoltre, nel 2019 è stato aperto il Museo del Grande Cretto di Gibellina, situato nella vecchia Chiesa di Santa Caterina. Qui si racconta l’opera di Burri e si possono ammirare anche gli interventi di tanti altri artisti che hanno contribuito alla rinascita post-sisma della Valle del Belice.

 

Photo Credits:
Foto di Pino Musi per Wikimedia

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